martedì 15 gennaio 2013
Palazzo Donn'Anna
Il Palazzo Donn'Anna è un maestoso edificio seicentesco in tufo, mai ultimato, che sorge direttamente sul mare, nella parte bassa di Via Posillipo, la strada costiera che attraversa tutta l'omonima collina. Commissionato nel 1637 al grande architetto Cosimo Fanzago, il palazzo era stato voluto dal vicerè Ramiro Guzman in occasione delle sue nozze con la principessa Anna Carafa; ma il ritorno in Spagna del vicerè nel 1644 e poi la morte di Donn'Anna, determinarono l'interruzione dei lavori, che lasciarono l'edificio incompiuto. Dopo aver subito danni nella rivoluzione del 1647 e con il terremoto del 1688, fu sottoposto a restauro parziale nel Settecento, ma non uscì mai dal suo stato di abbandono, subendo anzi ulteriori riduzioni a inizio Ottocento quando, per ampliare Via Posillipo, fu ridimensionata la facciata. Nonostante la storia travagliata e la sostanziale trasformazione in rudere di alcune sue parti, Palazzo Donn'Anna mostra ancor oggi un aspetto regale e imponente, che caratterizza fortemente il tratto di costa posillipina in cui si trova, tra grotte, anfratti e pareti tufacee. Al palazzo è associata una celebre leggenda napoletana, alimentata da Matilde Serao: nella credenza popolare, Donn'Anna è confusa con l'ambigua figura della regina Giovanna d'Angiò, che si sarebbe servita di questo palazzo per le sue notti di passione con giovani amanti, scelti tra i pescatori del luogo. La leggenda vuole che all'alba la regina facesse poi uccidere i suoi amanti facendoli precipitare dal palazzo e che le anime di questi sventurati si aggirino tuttora nei sotterranei dell'edificio, affacciandosi al mare ed emettendo lugubri lamenti.
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